Conferenza Musicologica sulla Musica Siriaca
La Conferenza Musicologica sulla Musica Siriaca si è svolta a Ginevra (Svizzera) dal 17 al 21 marzo 2021 e online "around the globe"; è stata organizzata dalla Haute Ecole de Musique (HEM) di Ginevra e dalla Fondazione Laus Plena (FLP). Per la FLP sono stati presenti a Ginevra l’Avv. Véronique Nebel, organizzatrice, e P. Armando Pierucci come Presidente.
All’apertura della Conferenza, prima del concerto A Panorama of Syriac Traditions, hanno dato il benvenuto il Direttore dell’HEM, Dr. Philippe Dinkel, e il Prof. François Dermange, dell'Università di Ginevra e membro del Consistorio della Chiesa Calvinista di Ginevra; anche Véronique Nebel e P. Armando Pierucci hanno porto il saluto della FLP. Il Prof. Xavier Bouvier della HEM, che li aveva introdotti, ha continuato a presentare i singoli momenti non solo della serata teletrasmessa in streaming, ma anche della intera Conferenza.
La prospettiva di ricevere l'interesse di un pubblico ristretto era realistica: ci si confrontava su un tema molto particolare, di carattere musicale e religioso. E questo in tempo di pandemia. In realtà, quello che sembrava un handicap, si è rivelato un’occasione fortunata: diciassette specialisti dell’argomento, provenienti da dieci Paesi, si sono confrontati online. E sette cori, della Svizzera, dell’Iraq, Libano, UK, India, hanno eseguito in concerto il meglio del repertorio della musica siriaca. 29 mila persone hanno cliccato sul www.syriacmusic2021.org, senza contare gli spettatori delle televisioni che hanno trasmesso l'evento in diretta, Suryoyo and Noursat TV.
S.B. Youssef III Yunan, Patriarca della Chiesa Siro-Cattolica, ha inviato un messaggio di grande sostegno. Anche il Segretario della Conferenza Episcopale Svizzera ha percepito la portata spirituale dell’evento, la voglia dei Cristiani di tornare alle origini (i canti siriaci sono i più vicini all’età apostolica), di tornare a cantare intorno all’Unico altare, e ha caldamente incoraggiato la FLP nell'iniziativa. L'Osservatore Romano ha pure riferito l'evento.
Ma che cosa si sono detti i diciassette esperti?
La Musica della Chiesa Siriaca si è trasmessa oralmente dai tempi apostolici ai nostri giorni, in cui è tuttora in servizio liturgico. Soltanto poco più di cento anni fa qualcuno ha cominciato a scriverne le note sul rigo musicale, ma con difficoltà, perché dei canti dividono in quattro quel tono che abitualmente viene diviso in due.
Oltre le note, i musicologi desiderano conoscere la struttura della musica, la gerarchia dei suoni tra loro. Ne cercano la chiave nei libri liturgici, in qualche descrizione degli antichi maestri. C’è per esempio Mor Grigorios Yuhanon Bar ‘Ebroyo, conosciuto come Barhebreus (1226 – 1286). Nel suo Ethicon egli ha trattato per primo del Canto Siriaco sotto l’aspetto razionale, strutturale ed emotivo. Dice che i suoi otto modi esprimono il caldo e il freddo, l’umidità e l’asciutto: una descrizione molto vaga che sfida gli studiosi a cercarne un significato scientifico.
Comunque la parola va data anzitutto ai manoscritti, ha detto il Dr. Sebastian Brock dell’Università di Oxford; e ai Libri liturgici, ha aggiunto Nouri Iskandar, già direttore dell’Istituto di Musica Orientale di Aleppo, rifugiato in Svezia.
Nella seconda giornata della Conferenza il Dr. Gabriel Aydin dell’Istituto di Musica Siriaca (USA), il Prof. Dr. Elias Kesrouani (Libano) e il Dr. Toufic Maatouk (Università Antonine del Libano) hanno approfondito le caratteristiche musicali, per arrivare a proporre diverse teorie che interpretino i modi, i tetracordi, l’Octoèchos siriaco.
Nuova luce è proiettata sul Canto Siriaco dal confronto di alcuni canti, provenienti dalle tre sotto-tradizioni irachene, proposto da Jalal Polus Gajo, dell’Iraq, prossimo al Master nella HEM, frequentata grazie al sostegno della FLP; Interessantissime presentazioni sulla confinante Chiesa Maronita del Libano sono state fatte dal Prof. Miled Tarebay dell’Università dello Spirito Santo di Kaslik; e sulla tradizione Caldea, a cura di P. Fadi Lion Nissan (parrocchia S. Efrem di Lione, Francia); per il Canto Copto e possibili relazioni con la tradizione siriaca, dal Prof. Dr. Michale Henein (Egitto, S. Kyrel Trust, UK); e, per un rapporto tra il Canto Gregoriano e la tradizione siriaca ha parlato il Prof. Dr Luca Ricossa (HEM).
Il Prof. Mammoottil P. George (Sruti Liturgical Music School, Kottajam) e il Dr. Joseph Palackal (Christian Musicological Society of India) hanno allargato il confronto, parlando della tradizione nella Chiesa Syro – Malankar Ortodossa dell’India.
Il Prof. Dr. Peter Jeffery dell'Università di Notre-Dame (USA) ha fatto varie proposte per assicurare la salvaguardia della tradizione siriaca, tra cui l'avvio di una procedure per proteggerla nei vari paesi in cui viene praticata, sotto la procedure dell'UNESCO a salvaguardia di luoghi e usi che sono considerati "patrimonio culturale dell'umanità".
Sette Concerti hanno affiancato le interessanti lezioni degli esperti.
Il concerto, con Jalal Polus Gajo alla direzione del Geneva HEM Syriac Choir, eseguito nella cattedrale St. Pièrre di Ginevra, ha offerto un magnifico panorama del repertorio della tradizione siriaca.
Dalla Turchia ha cantato il coro monastico di Mardin; dall’Olanda, il coro diocesano siriaco.
Dall’Iraq il coro Siriaco Cattolico di QaraQosh, diretto da Fr. Duraid Barbar.
Da Byblos (Libano) abbiamo ascoltato il Qolo Atiqo Choir.
Infine Michael Henein con il Kyrel Trust Choir ha fatto ascoltare brani del repertorio Copto; mentre da Kottajam (India) il Sruti Liturgical Music School Choir ha dato uno splendido saggio della tradizione Syro – Malankar Ortodossa.
Dopo tanta musica i Convegnisti si sono detti Arrivederci. Tutti infatti hanno raccomandato di ripetere eventi del genere, per fare ancora il punto sulle ricerche nel frattempo effettuate, per tener viva la pratica di una musica così aderente alle esigenze della preghiera liturgica, per dissetare quella sete di fraternità e di unità, che non è solo dei Cristiani, ma di tutta la gente di questa generazione. Si è detto: “È tornando alla sorgente che ricordiamo da dove siamo sgorgati”.
P. A. Pierucci
Discorso inaugurale di P. Armando Pierucci, Presidente della Fondazione Laus Plena.
Genève – 17 – 21 marzo 2021
Saluto per la Conferenza Musicologica sulla Musica Siriaca
Sono felice di rivolgere un saluto gioioso a Voi, qui presenti, e a quanti ci stanno seguendo in questi giorni di studio sulla Musica Siriaca.
Un saluto particolare e grato alla Direzione, ai Professori e agli Studenti della Haute École de Musique di Genève; come pure alle Autorità e alla popolazione di Genève.
È giusto constatare che siamo a Genève, la città che ha tante iniziative internazionali di incontro: la Città delle Nazioni Unite, della Croce Rossa e di tanti altri organismi internazionali. Ebbene, qui convergiamo per parlare di Musica Siriaca.
Confesso di essermi avvicinato a questa Musica soltanto negli ultimi anni. Più di 30 anni fa, smettendo di far musica nella parte occidentale della terra, sono vissuto a Gerusalemme, a contatto con la cultura musicale delle Chiese Orientali: Greca, Armena, Copta e, per ultima come più misteriosa, Siriaca. Ricordo che al Getsemani cantavamo un inno che tutti dicevano Siriaco; ma poi il Vescovo Siriaco ci disse che non era un inno della sua Chiesa.
Poi, con Véronique Nebel, sono stato in Iraq e in Libano (i giornali, al contrario della recente visita di Papa Francesco, non ne hanno parlato). Là abbiamo incontrato dei Vescovi, dei Musicisti; abbiamo ascoltato la gente che ogni giorno si riuniva nelle chiese; gente coraggiosa nella sua identità cristiana, gioiosa nel cantare la lode al Signore Gesù Cristo. E questo non solo negli ultimi anni, così insanguinati, ma sempre: fin dall’inizio, dal tempo degli Apostoli. Proprio cantando, la Chiesa Siriaca ha attraversato i secoli: nel canto ha espresso le verità della fede; nel canto, il coraggio di proclamarla.
Con questi incontri personali un grandissimo senso di fraternità ha invaso il mio cuore. E sono felice di dirlo qui, a Genéve, una Città che non è stata risparmiata dalle lotte fra seguaci di Cristo. Genéve oggi ha trasformato il ricordo della guerra, in cui Cristiani gettavano marmitte di acqua bollente contro Cristiani venuti a combattere, in una festa in cui i bambini ricevono una marmitta, ma è di cioccolato.
“Voi siete tutti fratelli”, ci ha insegnato Gesù, il Maestro; e lo ha ripetuto questi giorni Papa Francesco in Iraq. E fratelli ci riscopriamo noi attraverso il canto Siriaco: perché, essendo della stessa famiglia, da esso tanto abbiamo ricevuto; e da esso abbiamo ancora tanto da imparare.
Buon lavoro a tutti.
A. Pierucci
Discorso inaugurale di V. Nebel, Vice-Presidente della Fondazione Laus Plena.
Genève – 17 – 21 mars 2021
Adresse introductive pour le Colloque musicologique sur la musique syriaque
Monsieur le Directeur de la Haute Ecole de Musique de Genève, Messieurs les Professeurs Dermanges et Bouvier, Messieurs les Professeurs,
Béatitudes, Eminences, Excellences,
Mesdames et Messieurs les conférentiers, directeurs et membres de choeurs, solistes et musiciens,
Eminents Professeurs, Experts et Expertes de Musique, participants à Genève et en ligne de toutes provenances, étudiants et tous intéressés,
Permettez-moi tout d’abord d’adresser un profond remerciement à la Haute Ecole de Musique de Genève qui organise et porte ce colloque, et donne ainsi un contexte scientifique et académique à l’étude d’une tradition extraordinairement riche et ancienne, que l’histoire a depuis bien longtemps et si souvent privée de ce contexte sientifique et académique si fondamental pour la valorisation de toute culture. C’est un grand honneur pour notre fondation d’avoir le privilège de collaborer avec la Haute Ecole de Musique dans le contexte de ce colloque. Collaborer avec des institutions académiques et des conservatoires de musique en vue de la valorisation du patrimoine de musique sacrée chrétienne de toutes les confessions - également dans leurs relations et interactions avec les autres communautés religieuses - font partie de nos buts premiers. Nous sommes extrêment reconnaissants de la disponibilité, de l’ouverture et de l’intérêt démontré par la Haute Ecole de Musique.
Je remercie également avec une émotion et gratitude très particulière Monsieur le Professeur Dermanges, membre du Consistoire, de bien vouloir accuillir ce soir le concert inaugural de ce colloque, dans la cathédrale St Pierre de Genève. C’est là un signe très fort de fraternité à l’égard de ces communautés orientales, qui marque une fois de plus l’hospitalité généreuse que la ville et la communauté protestante de Genève ont démontré au cours des siècles.
Je remercie de manière très spéciale et avec une reconnaissance particulièrement marquée le Professeur Xavier Bouvier, responsable de la filière du Département d’Ethnomusicologie de la HEM, sans lequel cette initiative n’aurait pas vu le jour ni pris et maintenu son vol, ainsi que le Professeur honoraire Francis Biggi, un autre véritable pilier de cette initiative, jusqu’à très récemment Directeur du Département de Musique Ancienne de la HEM, et Madame Giulia Valentini, assistante au sein du Département de Musique Ancienne.
Je remercie chaleureusement les Conférenciers, Professeur et Experts qui ont accepté de participer au colloque: Sans eux, ce grand édifice de savoir partagé que nous allons tenter de construire ces prochains jours ensemble ne pourrait prendre forme. Soyez remeriés pour votre générosité, pour la qualité de vos contributions, la qualité de collaboration humaine que nous avons déjà expérimenté.
Je remercie aussi, avec les Conférenciers, les responsables religieux, Béatitudes, Eminences, Excellences et autres autorités qui ont encouragé et approuvé la démarche de ce colloque.
Je remercie aussi tous les directeurs de choeur, solistes, membres de choeurs et musiciens qui ont préparé avec beaucoup de travail et d’efforts les 7 concerts que nous avons le privilège de proposer lors de ce colloque. Parmi eux, je remercie ce soir Jalal Polus Gajo, que la Fondation soutien dans son parcours de Master en Enthnomusicologie auprès de la HEM, qui a récolté des pièces de toutes les traditions syriaques, les a transcrites et enseignées aux étudiants de la HEM et à un petit groupe de personnes provenant du Moyen Orient. C’est un immense et patient travail de récolte et de transmission qu’il a accompli avec un grand sens de responsabilité vis-à-vis de la tradition syriaque.
Je remercie enfin tous les experts et spécialistes, et tous les intéressés qui nous suivent en ligne, et toutes les personnes qui ont contribué à la diffusion d’informations sur ce colloque. Nous avons été surpris très positivement par l’intérêt général qu’il a suscité dans le public à la fois d’experts et de spéciliastes, et de personnes curieuses d’en savoir plus sur la tradition syriaque.
Je me tourne enfin vers cette dernière pour la remercier également de nous réunir aujourd’hui. Fille des grandes cultures musicales de Mésopotamie antique – les plus anciennes cultures musicales connues à ce jour – elle est la tradition au coeur du Christianisme des origines. J’aime comparer les Eglises à des personnes, ou à de grandes familles, avec leur caractère. Le caractère syriaque est chaleureus et intime, plein de sollicitude, il semble émaner aussi la ferveur des premières communautés apostoliques.
L’Eglise Syriaque d’Antioche, telle est son origine, a essaimé avec une très grande rapidité au Moyen Orient et jusqu’en Extrême-Orient, et s’est greffée sur de grande civilisations pré-existantes. On lui doit, grâce à la ferveur de ses populations, qui aimaient énormément le chant, le développement de l’hymnodie, et il est documenté que les chants pour la liturgie s’y sont multipliés. Elle a participé à Jérusalem entre les 4ème et 9ème siècle à la cristallisation des rites et sans doute de la tradition musicale chrétienne, et de l’Octoechos – particulièrement profondément intégré dans sa liturgie chantée. Elle a résisté aux adversités de son histoire en se relevant sans cesse. Elle nous parvient aujourd’hui avec les nombreux visages et sous-traditions que nous nous efforcerons de montrer. Cette grande richesse culturelle et clef de voûte de compréhension pour d’autres traditions mérite vraiment notre pleine attention, et notre grande admiration.
Véronique Nebel
Genève – 17 – 21 mars 2021
Introductory address for the Musicological Conference on Syriac Music
Mr. Director of the Haute Ecole de Musique of Geneva, Dear Professor Dermanges and Bouvier, Dear Professors,
Beatitudes, Eminences, Excellencies,
Ladies and Gentlemen, dear Speakers and Lecturers, Dear Choir directors and members of choirs, soloists and musicians,
Eminent Professors, Experts of Music, participants in Geneva and online from all origins, dear students and all interested persons,
Allow me first of all to express a deep thank you to the Haute Ecole de Musique de Genève, which organizes and supports this musicological conference providing a scientific and academic context for the study of an extraordinarily rich and ancient tradition, which history has for a long time and so often been deprived of this scientific and academic context - so fundamental for the valorization of any culture. It is a great honor for our foundation to have the privilege of collaborating with the Haute Ecole de Musique in the context of this conference. Collaborating with academic institutions and music conservatories in order to promote the heritage of Christian sacred music of all denominations- also in their relations and interactions with other religious communities - are part of our primary goals. We are extremely grateful for the availability, openness and interest shown by the Haute Ecole de Musique.
I also thank with very special emotion and gratitude Professor Dermanges, a member of the Consistory of the Protestant Church of Geneva, for kindly hosting the inaugural concert of this conference this evening, in the Cathedral of St Peter in Geneva. This is a very strong sign of brotherhood towards these Eastern communities, which once again marks the generous hospitality that the city and the Protestant community of Geneva have demonstrated over the centuries.
I would like to thank in a very special way and with particularly marked gratitude Professor Xavier Bouvier, responsible for the section of Ethnomusicology of the HEM, without whom this initiative would not have seen the light, as well as Honorary Professor Francis Biggi - another true pillar of this initiative - until very recently Director of the Department of Ancient Music of the HEM, and Madame Giulia Valentini, assistant in the Department of Ancient Music.
I warmly thank the Speakers and Lecturers, Professors and Experts who agreed to participate in the conference: Without them, this great edifice of shared knowledge that we will try to build these coming days all together could not take shape. We would like to thank you for your generosity, for the quality of your contributions, the quality of human collaboration that we have already experienced.
I would also like to thank, along with the Speakers, the religious leaders, Beatitudes, Eminences, Excellencies and other authorities who encouraged and approved the approach of this conference.
I would also like to thank all the choir directors, soloists, choir members and musicians who prepared with a lot of work and effort the 7 concerts that we have the privilege to offer during this conference. Among them, this evening I would like to particularly thank Jalal Polus Gajo, whom the Foundation is supporting in its Master’s Degree in Ethnomusicology journey at the HEM, who has collected pieces from all Syriac traditions, transcribed them and taught them to the students of the HEM and to a small group of people from the Middle East. It is an immense and patient work of collection and transmission that he accomplished with a great sense of responsibility towards the Syriac tradition.
Finally, I would like to thank all the experts and specialists, and all those persons interested who follow us online, and all the people who have contributed to the dissemination of information on this conference. We were very positively surprised by the general interest it arose in the public both from the part of experts and specilists, and from people curious to know more about the Syriac tradition.
Finally, I turn to Syriac tradition to thank her for making us gathering today. Daughter of the great musical cultures of ancient Mesopotamia - the oldest musical cultures known to date - she is the tradition at the heart of early Christianity. I like to compare Churches to people, or to big families, with their character. The Syriac character is warm and intimate, full of solicitude, it also seems to emanate the fervor of the first apostolic communities.
The Syriac Church of Antioch – this is her place of origin - spread very quickly in the Middle East and up to the Far East, and grafted itself on to great pre-existing civilizations. We owe her, thanks to the fervor of her populations, who loved singing, the development of the hymnody, and it is documented that songs for the liturgy have multiplied in the Patriarchate of Antioch. She participated in Jerusalem to the crystallization of the rites between the 4th and 9th centuries and most porbably of the Christian musical tradition, as well as to the crystallisation of the Octoechos - particularly deeply integrated into its chanted liturgy. It has withstood the adversities of its history by constantly rising again. It comes to us today with the many faces and sub-traditions that we will endeavor to show. This great cultural richness and cornerstone for understanding for other traditions truly deserves our full attention, and our great admiration.
Véronique Nebel
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