Plinio il Giovane, proconsole della Bitinia e del Ponto dal 111 al 112, riferì all'imperatore Traiano, che alcuni "usavano riunirsi nel giorno del sole, prima dell'alba, per cantare insieme in onore di Cristo, come se fosse un Dio" (Plinio il Giovane, Epistole, libro X, lettera 96). Questa era la prima cosa che nei primi secoli del Cristianesimo, un pagano notava in una riunione dei Cristiani.
Essi cantavano "salmi, inni e cantici spirituali", come pochi anni prima aveva raccomandato San Paolo ai Cristiani di quelle regioni, Efesini o Colossesi (Col 3,16), poiché “il canto è segno della gioia del cuore” (cfr. At 2,46). San Girolamo (sec. IV) riferisce di comunità cristiane "dove a somiglianza di un tuono del cielo, l'Amen così rimbomba che i vani templi degli idoli sono sconquassati" (S. Girolamo, in Gal 2, r; PL 26, 355c).
Questi autori ci rivelano che la lode cantata delle prime comunità cristiane ne era un tratto distintivo, ed era espressa con forza e molto fervore.
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